Considerando un andamento climatico tipico della Pianura Padana, la coltura intercalare raggiunge uno sviluppo sufficiente per consentire l’interramento di biomassa con il sovescio intorno alla metà di Aprile. L’utilizzo di varietà di riso a ciclo medio-precoce o precoce e dotate di tecnologia Clearfield (necessarie per evitare la lotta al riso crodo in pre-semina) sono di conseguenza consigliabili per la coltura in successione.
Se correttamente gestito, cioè evitando eventuali fenomeni di fitotossicità nei confronti del seme di riso in germinazione per la fermentazione della biomassa del sovescio lasciata in superficie, e soprattutto in suoli poco fertili, il sovescio aumenta la produzione di risone: 17% in più nel secondo anno in un suolo sabbioso con basse dotazioni di sostanza organica rispetto allo stesso sistema colturale senza sovescio.
Il sovescio di veccia villosa in risaia può consentire apporti di azoto anche superiori ai 140 kg/ha con un’efficienza che tende ad aumentare nel tempo e che può superare il 50% (cioè dosi di azoto disponibile che superano la metà dell’azoto apportato con sovescio). Ciò indica la possibilità di dimezzare gli apporti minerali tradizionalmente eseguiti, con una tangibile riduzione del costo della fertilizzazione.
La terminazione della coltura da sovescio è meccanica. La coltura può essere interrata direttamente con l’aratura o preventivamente trinciata. Solo in contemporanea all’adozione di tecniche di lavorazione conservativa si suggerisce la terminazione chimica.
Tendenzialmente, non essendo la coltura da sovescio una coltura da reddito, si limitano al minimo le spese di semina e gestione successiva. In presenza di eccessivo residuo colturale o con bassa umidità dei suoli (poco frequente in risaia) è bene effettuare una leggera erpicatura prima della semina.
La scelta delle specie deve essere effettuata tenendo presente le caratteristiche pedoclimatiche dell’area (suolo pesante o leggero, temperatura media annua), la facilità di sgrondo dell’acqua piovana, gli obiettivi finali (incremento fertilità chimica o fisica). Generalmente è consigliabile l’uso di una leguminosa e quella meglio adatta ai nostri climi è la veccia villosa.
Recenti studi condotti tramite l’utilizzo di un modello matematico che simula gli effetti sulla ricarica della falda di una sommersione invernale praticata in un distretto a riso di circa 1000 ettari in Nord Italia rivelano come il livello raggiunto dalla falda freatica all’inizio della stagione colturale non sia indipendente dal momento in cui l’acqua viene drenata dalle camere di risaia nel periodo invernale. L’ultimazione precoce della sommersione invernale (ad esempio nel mese di gennaio) è probabilmente insufficiente in molte zone per garantire un incremento del livello di falda nei mesi di aprile-maggio.
Alcuni studi hanno dimostrato che la sommersione invernale è in grado di ridurre la pressione delle infestanti in risaia, contribuendo di conseguenza a ridurre il numero di interventi necessari per un buon controllo delle malerbe. L’efficacia della sommersione invernale è stata dimostrata anche per il controllo del riso crodo.
Importante risulta l’effetto nella degradazione dei semi, che perdono la facoltà germinativa, nonché l’azione di predazione da parte di uccelli o altri animali che in inverno frequentano gli appezzamenti allagati.
La sommersione invernale della risaia provoca un’accelerazione dei processi di degradazione delle paglie, prevalentemente per azione fisico-meccanica. Ciò comporta un maggiore rilascio di azoto che risulta disponibile in primavera per la coltura. La maggiore degradazione dei residui colturali facilita, inoltre, le operazioni meccaniche di preparazione del letto di semina.
Perché l’area umida durante l’inverno fornisce habitat per gli uccelli acquatici ed altra fauna, facilita la decomposizione delle paglie, la perdita di germinabilità dei semi delle piante infestanti e consente nella stagione successiva una diminuzione nell’apporto di mezzi agronomici, potenzialmente inquinanti per l’ambiente. In aggiunta, la sommersione invernale può incrementare il livello della falda freatica nella primavera successiva, limitando le esigenze irrigue per le prime sommersioni della risaia.