Aggiornamenti

Sovescio – Aggiornamento sulle prove dimostrative 2018

Pubblicato il 20.12.18

L’impostazione della prova

La prova dimostrativa del sovescio è stata realizzata in un appezzamento situato in Lomellina, nel comune di Nicorvo (PV), su terreno molto sciolto. Il campo dimostrativo ha previsto il confronto di parcelle coltivate nel periodo autunno-primaverile con un erbaio di Vicia villosa var. Villana, seminato alla dose di 50kg/ha, con parcelle in assenza di coltura intercalare. L’intera biomassa sviluppatasi in tale periodo è stata incorporata nel suolo, tramite aratura, poco prima della semina del riso che è avvenuta con la tecnica della semina interrata a file, utilizzando la varietà Sole CL. Un secondo livello di confronto ha valutato, per ogni condizione di gestione del suolo nel periodo intercalare (con e senza coltura), 4 livelli di concimazione azotata (Tabella 1).

Tabella 1 — Piano dimostrativo di concimazione azotata effettuata in presenza e non del sovescio

Tabella 1 Piano dimostrativo di concimazione azotata effettuata in presenza e non del sovescio.

 

Le produzioni e gli asporti della Veccia

La produzione di biomassa di veccia misurata poco prima del suo interramento avvenuto nei primi giorni di maggio, è stata pari a 1,05 t s.s./ha. Tale dato, nettamente inferiore a quello rilevato nel 2016 e 2017 (Figura 1), è stato causato da una stagione autunnale siccitosa, particolarmente sfavorevole per l’insediamento della coltura da sovescio. Di conseguenza, anche l’apporto di azoto proveniente dall’interramento della massa vegetale è risultato inferiore rispetto agli altri due anni di prova (Figura 1).

Fig. 1 — Confronto produzione di biomassa e apporto di azoto nel triennio 2016–2018

Fig. 1 — Confronto produzione di biomassa e apporto di azoto nel triennio 2016–2018

La produzione del riso in successione

Per quanto riguarda i risultati produttivi del riso (Figura 2), non sono state rilevate differenze produttive statisticamente significative tra parcelle con sovescio e quelle testimone senza sovescio. Il risultato è da ricondursi alla ridotta produzione di biomassa della coltura intercalare, che non ha consentito l’apporto nutritivo al riso solitamente dimostrato. Tuttavia, analizzando il confronto relativo al diverso livello di vconcimazione azotata, emerge come ai livelli più bassi di apporto del nutriente (0 e 80 kg di N/ha) nelle parcelle con sovescio siano state conseguite produzioni di risone maggiori rispetto alle corrispettive in assenza della pratica. Al fine di una valutazione più esaustiva della tecnica si riportano in Figura 3 anche i risultati produttivi del riso riscontrati nelle due precedenti stagioni colturali. Appare evidente un sostanziale e significativo incremento della produttività del riso in condizioni di regolare sviluppo della coltura da sovescio.

Fig. 2 — Produzione di risone al 14% di umidità relative alla gestione del sovescio ed al livello di concimazione azotata conseguite nel 2018

Fig. 2 — Produzione di risone al 14% di umidità relative alla gestione del sovescio ed al livello di concimazione azotata conseguite nel 2018

Fig. 3 — Produzione di risone al 14% di umidità relative alla gestione del sovescio conseguite nel triennio 2016–2018

La disponibilità di azoto nel suolo

L’effetto del sovescio è stato valutato anche monitorando le concentrazioni di azoto minerale (ammoniacale- NH4+– e nitrico- NO3) presente nel suolo sia durante lo sviluppo della Veccia sia durante lo sviluppo del riso. Le misure sono state eseguite nel trattamento caratterizzato da apporti minerali azotati pari a 120 kg/ha eseguito in presenza di veccia (denominato “Veccia 120N”) o in assenza (denominato “120N”).  I primi risultati ottenuti sono riportati nella figura A.

Fig. 4 — concentrazione di azoto ammoniacale e nitrico misurato durante la stagione colturale 2017-2018

Figura 4 — concentrazione di azoto ammoniacale e nitrico misurato durante la stagione colturale 2017–2018

Le prime elaborazioni dei risultati ottenuti mostrano:

  1. Un maggior contenuto di azoto ammoniacale rilevato ad inizio accestimento, prima della prima concimazione minerale, determinato dall’effetto dell’interramento del sovescio;
  2. Un minor contenuto di azoto minerale nitrico nel trattamento gestito con veccia rilevato durante il periodo di asciutta (cioè dalla semina della cover crop fino alla fase di pre-accestimento del riso), ad indicare una certa riduzione dell’azoto potenzialmente soggetto a lisciviazione durante la fase di assenza della coltura. Questo processo è favorito più che dalla crescita e sviluppo della leguminosa, dalla presenza in campo di una discreta quantità di infestanti graminacee sviluppatesi alla fine del ciclo di riso, che hanno assorbito l’N sottraendolo potenzialmente alla lisciviazione.

Complessivamente l’insieme dei risultati evidenzia produzioni di veccia variabili in funzione degli andamenti stagionali, buona risposta del riso basata non solo sugli effetti dell’anno, ma soprattutto di lungo periodo, e buona soddisfazione dell’agricoltore, che continua a credere nell’efficacia di questa tecnica.

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